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Stralci di vita economica della Magnifica Comunità di Pinè nel Cinquecento
 

Introduzione

​“Fu atto altamente patriottico, e che auguriamo trovi nel nostro paese numerosi imitatori, quello del Sig. Cav. Dottor Guglielmo Ranzi, il quale, raccolto negli Archivi comunali di Pinè e di Civezzano quel poco che vi era stato risparmiato dal tempo e dalla ignoranza devastatrice degli uomini, consegnollo in deposito a questa civica Biblioteca, ove sarà religiosamente conservato insieme agli altri venerandi avanzi del nostro passato. Sono sessantanove manoscritti membranacei e cartacei, di cui sessant'uno provengono dall'Archivio del Comune di Pinè e otto da quello del Comune di Civezzano”         Questo quanto scritto a pag. 123 del libro “Archivio trentino pubblicato per cura della Direzione della Biblioteca e del Museo Comunali di Trento. Anno XIV. Trento. Stabilimento Lit. Tip. Scotoni e Vitti Ed., 1898.         I sessantuno manoscritti sono uno più bello dell'altro e riguardano gli Statuti, le Carte di Regola, le liti e le sentenze per i confini, la divisione dei pascoli, le vendite da parte della Comunità a privati e di privati tra di loro,  le sentenze relative al trasporto di vino, le locazioni, gli oneri verso Castel Pergine e le collette da versare alla città di Trento, ed altri aspetti ancora.Di questi documenti giacenti anche oggi presso la Biblioteca comunale di Trento, sezione manoscritti, ai n. 2834-2835, noi ne abbiamo preso in considerazione sei cartacei, per lo più quadernelli scritti a mano in italiano, e tre in latino su pergamena, che ci sembrano, per l’argomento, in linea con la storia di Pinè trattata negli Estimi e nei documenti della Magnifica, di cui ci eravamo interessati precedentemente.Per completare un certo discorso emerso durante il nostro lavoro, l’osteria,  abbiamo aggiunto l’investitura di pag. 45 dell’Urbario Covella 1582, presente presso l’Archivio Diocesano Tridentino, Vigilianum.Col termine quadernello già allora venivano indicati alcuni di questi documenti e anche noi abbiamo adottato questo termine.Sono:(n° 21) Statuto di Pinè. Baselga di Pinè, 16 maggio 1429(n° 33) Istrumento di vendita di un bosco in Costalta a Giovanni Battista a Prato di Trento e Giovanni Chezer di Augusta. 1531(n° 35) Diario di Battista Bolicho, Regolano di Pinè. 1536         (n° 36) Diario di Giorgio di Puti di Vico, Regolano di Pinè. 1550         (n° 37) Diario di Gregorio Sorno, Regolano di Pinè. 1557         (n° 39) Sentenza del P. V. Bernardo Clesio rispetto agli obblighi dei   Comuni          esteriori verso la Comunità di Trento. Trento, 7 settembre 1538. Il numero 38 è         la versione latina della sentenza         (n° 42) Libro delle collette pagate dai Sindaci di Pinè alla Comunità di Trento.      1551-1584         (n° 47) Libro delle stime dei beni del Comune di Pinè venduti a diversi. 1577-      1579(n° 50) Cristoforo Calepino di Trento compera dai Pinetani un prato alla Regnana. Trento 8 gennaio 1850.La scelta non poteva essere più azzeccata, questi quadernelli ci parlano della vita della Magnifica nel Cinquecento e quello riferito ai beni della Comunità occupati e fatti propri da numerosi “vicini” completa quanto affermato negli Estimi del 1625 dove si indicava che molte proprietà incorporate dai privati, non erano state tutte pagate.Il Cinquecento è il secolo del Concilio (dal 1545 al 1563 con diverse sospensioni), che porta a Trento non solo i prelati di mezza Europa, ma anche di riflesso notevoli ricchezze che si traducono in costruzioni di palazzi e nel proliferare di un ceto nobiliare locale. Per volontà di Bernardo Clesio e del suo successore Cristoforo Madruzzo molti furono gli abbellimenti portati alla città tra cui la deviazione del corso del torrente Fersina nella sua veste attuale, mentre prima attraversava il centro con problemi per le frequenti alluvioni. Anche la Magnifica Comunità di Pinè assieme agli altri Comuni esteriori fu chiamata a partecipare in solido a queste opere, con grandi sacrifici.I diari dei tre Regolani, scritti con una grafia e un linguaggio piuttosto ostici, registrano le entrate e le uscite dei periodi in cui hanno esercitato questi loro incarichi

Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 21


 

 

 


Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Statuto di Pinè. Baselga di Pinè 16 maggio 1429"
 

E’ la stesura dello Statuto approvato sulla piazza di Baselga in Piena Regola nel maggio del 1429. L’anno successivo in aprile a Trento dopo attenta revisione dei superiori verrà ratificato definitivamente.

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 33


 

 

 


Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Istrumento di vendita di un bosco in Costalta a Giovanni Battista a Prato e Giovanni Chezer di Augusta 1531"
 

E’ importante in quanto parla della vendita del legname di Costalta ai proprietari delle miniere di Pergine e conferma quanto riportato nei quadernelli dei Regolani

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 35


 


Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Diari dei Regolani di Pinè"
 

I tre quadernelli riportano gli appunti dei Regolani degli anni citati, con importanti spunti sulle entrate e le uscite della Comunità. Il primo quadernello è stato utilizzato cent’anni dopo a metà ‘600 per segnare le spese della costruzione del campanile di Baselga, con una nota suggestiva sulle Rogazioni a San Mauro.

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 35


 

 

 


Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Diario di Battista Bolicho, Regolano di Pinè 1536"
 

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 36


 

 

 


Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Diario di Giorgio di Puti di Vico, Regolano di Pinè 1550"
 

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 37


 

 

 


Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Diario di Gregorio Sorno, regolano di Pinè 1557"
 

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 39


 

 

 

(Il numero 38 è la versione latina della sentenza)


Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Sentenza del P. V. Bernardo Clesio rispetto agli oblighi dei comuni esteriori verso la Comunità di Trento, Trento 7 settembre 1538"
 

La sentenza del Bernardo Clesio giustifica le spese sostenute dalla Magnifica di Pinè per l’abbellimento della città di Trento, in particolare per la costruzione del nuovo argine della Fersina.

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 42



Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Libro delle Collette pagate dai Sindaci di Pinè alla Comunità di Trento" 1551-1584
 

Questo quaderno raccoglie le attestazioni dei massari del Principe Vescovo sui versamenti delle tasse, dette collette, rilasciate come liberatorie ai Sindaci della Comunità.

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 47



Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Libro delle stime dei beni del Comune di Pinè venduti a diversi 1577-1579"

Questo documento dà una risposta a quanto si lamentava negli estimi di Pinè del 1625 e cioè l’aver allargato le proprietà individuali inglobando beni comuni senza corrispondere il dovuto al Comune e quindi senza legittimo titolo di possesso, con passaggi di proprietà che rendevano difficile individuare il vero proprietario.

BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
N. 50



Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Cristoforo Calepino di Trento compera dai Pinetani un prato alla Regnana. Trento 8 gennaio 1580"
 

Questo acquisto che non riguarda solo un bosco della Regnana ma che si allarga anche ad alcuni beni degli incaricati dalla Comunità di trattare con il Calepini e che si trasformerà in una costituzione di censo, è stato preso da noi in considerazione in quanto esplicita chiaramente che la vendita è dovuta alla necessità di pagare le collette

ARCHIVIO DIOCESANO TRIDENTINO

URBARIO COVELLA 1582
pag. 45

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Trascritto da Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano
estate 2019

"Investitura a Grisento de Grisentis"

Dal momento che in più documenti viene chiamato in causa un oste Grisento figlio di Venturini, si è voluto dare una collocazione dell’osteria trovandola nella presente investitura.

Conclusioni

Il Cinquecento per la città di Trento è stato il secolo del Concilio, che ha portato all'abbellimento della città, con nuovi palazzi, nuove mura e più di tutto con la deviazione della “Fersina” nell'attuale alveo, evitando le ricorrenti grosse alluvioni.  

         Anche al giorno d'oggi attraverso la città, seppure coperte, scorrono le rogge servite per secoli alle lavandaie per pulire i panni.

         A tutti quegli abbellimenti ha partecipato attraverso imposte chiamate “collette” anche la nostra Magnifica Comunità di Pinè. Imposte tanto onerose che si è dovuto ricorrere alla vendita di beni comuni ai privati.

         Questo dato può essere letto sotto due punti di vista, il primo per l'aggravio di tasse e il secondo per l'aumentare della proprietà privata, quest'ultima a sua volta stimolata dalla necessità di nuove terre da mettere a coltura. Infatti diversi terreni sono indicati come “roncho” o successivamente all'averli incamerati come “ronchadi”, e cioè bonificati dalle piante del bosco e dalle pietre. Senza trascurare il fatto che queste nuove proprietà sono allodiali, cioè prive di vincoli feudali.

         La Comunità poteva d'altronde vantare delle entrate, le prime dagli affitti dei pascoli comuni delle montagne, le seconde più onerose dalla vendita di legname ai proprietari delle miniere del perginese. A volte la vendita era sostituita dalla costituzione di censo su alcune foreste, come ad esempio sopra Regnana  con Cristoforo Calepini.

         Altra notizia che conferma quanto già si sapeva era la presenza a Nogarè e Miola di “canopi” cioè di minatori, ai quali viene sì affidata la manutenzione delle strade, ma nello stesso tempo ci indicano la presenza in loco di miniere.

Una curiosità è la presenza per quasi tutto il Cinquecento di un'osteria a Baselga gestita dalla famiglia Grisenti, prima il padre Venturin e poi il Grisento quest'ultimo non solo oste, ma anche esattore per le “collette” e per riscuotere il dovuto dalla vendita

da parte del Comune di beni ai privati.

         Ciò che più ci preme sottolineare è la continuità tra il Cinquecento e i secoli successivi, anche se questo percorso è stato fatto da noi a ritroso.

         I Regolani e i Sindaci sono persone del luogo, riconoscibili dai cognomi, eletti per un anno al termine del quale devono rendere conto “del loro manegio” cioè del loro operato ai sostituti appena eletti. Per ogni “villa” ci sono poi i giurati detti “iuri”, tutti quanti eletti dai “vicini”.

         Più volte ci siamo soffermati sullo status giuridico di “vicino” e anche in questo contesto lo vogliamo sottolineare: cittadini con il diritto di voto e di essere eletti, tali si è per nascita e lo si diventa non per censo o per imposizione esterna alla Comunità, ma solo se quest'ultima lo delibera.

         Altro aspetto significativo è l'assoluto possesso da parte della Magnifica del proprio territorio, dei beni comuni.

         L'ingerenza principesca era palese attraverso l'investitura su alcuni beni, ma questo affitto perpetuo, essendo sostitutivo delle colte, veniva a volte più cercato che osteggiato. Per capirci meglio anche al giorno d'oggi esiste l'affitto, ma se questo è statale e perpetuo rinnovabile ogni 19 anni senza adeguamenti inflattivi, alla fine è una manna.

Infine lo Statuto del 1429 che abbiamo preso in considerazione sposta a quell’epoca l’impostazione istituzionale ed economica che abbiamo riscontrato nei secoli successivi e le conferma.

         Sulla piazza di Baselga, il 19 maggio 1429, in piena Regola, cioè alla presenza di tutti i vicini, uno per ogni fuoco o gruppo familiare, viene steso e approvato lo Statuto e il documento a noi pervenuto è il verbale di quella riunione.

         Il 29 aprile dell’anno successivo lo Statuto, passato al vaglio delle autorità trentine, viene definitivamente approvato. Tale atto giuridico è molto importante perché il più antico a noi pervenuto e si rifà a consuetudini e regole ancora più in là nel tempo.

         Ci permette di distinguere quanto di pertinenza o della Pieve o della Comunità montana che a livello territoriale coincidono, ma che sono da tenere ben distinte anche ai giorni nostri nella ricostruzione storica.

         Per ultimo veniamo a sapere che già allora era regolamentata la vendita di pali per le vigne, pali che nelle aste degli anni Trenta dell’Ottocento venivano venduti in quantità massicce, ben ventimila all’anno.

Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano

1582 Investiture o affitti perpetui del Castello di Pergine

Archivio Diocesano Tridentino

Fondo Mensa vescovile di Trento

La Mensa vescovile era composta dai beni mobili e immobili in dotazione del vescovo dai quali egli traeva le rendite per il suo sostentamento.

Subfondo Castel Pergine, 1582 – 1802

Il subfondo raccoglie documentazione attestante le rendite della Mensa vescovile di Trento nel territorio della giurisdizione del Castello di Pergine.

Il Castello di Pergine entrò a far parte del principato vescovile di Trento nel 1531, in seguito ad una permuta stipulata tra il vescovo Bernardo Cles e l'imperatore Ferdinando I tramite la quale il vescovo cedeva i diritti della Chiesa di Trento su Bolzano in cambio del Castello di Pergine con tutte le sue pertinenze. Preposto all'amministrazione del Castello venne nominato un capitano o luogotenente, delegato dal principe vescovo di Trento a concedere e rinnovare le locazioni perpetue secondo le antiche consuetudini.

Registro delle locazioni perpetue n. 15 denominato Urbario Covella 1582

Sono annotati gli atti relativi ai rinnovi delle locazioni perpetue secondo l'uso e la consuetudine del Castello di Pergine. L'atto formale della locazione, redatto da un notaio o cancelliere, avveniva generalmente davanti al capitano del Castello, preposto all'amministrazione dello stesso dal principe vescovo di Trento.

Lavoro fatto sull’Urbario Covella 1582

Il nostro lavoro è consistito nella trascrizione solamente delle investiture o locazioni perpetue pertinenti al territorio della Magnifica Comunità di Pinè e nella loro traduzione.

Di questi affitti che si rinnovano ogni diciannove anni c’è testimonianza negli Estimi del Seicento dove vicino alla proprietà compare il termine “livellato”.

Poiché la seconda metà di ciascuna investitura è tutto un susseguirsi di formule giuridiche atte in gran parte a scongiurare che nessuno possa inficiare l’atto notarile, noi abbiamo scelto di trascriverne integralmente solo due, la prima che riguarda i fratelli Giacomo e Matteo delle Piazze e la seconda perché di particolare interesse in quanto si riferisce ai vigneti Bellasi nelle pertinenze di Canzolino.

Abbiamo incontrato dei problemi nella trascrizione a cominciare dai nomi e cognomi presenti nel testo. I primi nella traduzione li abbiamo semplicemente riportati, ove possibile, ai giorni nostri e allora Blasio diventa Biagio, Ihosephi Giuseppe, Christophoro Cristoforo e Hieronimi Geronimo. Più difficile è con i cognomi, ad esempio Bolich può essere anche Bolech o Bolega o della Bolega, oppure Ceschi può anche essere del Cesch, ed anche i toponimi possono creare problemi di trascrizione: Gradizola o Gardizzola, Arzolaga o Rizzolaga. Noi abbiamo fatto le nostre scelte, tuttavia per i più esigenti o meglio per gli studiosi più attenti invitiamo a leggere il testo originale in latino.

Per quanto riguarda il linguaggio alcuni nomi del testo originale in latino si prestano meglio ad una traduzione nel dialetto nostro pinaitro che in italiano. Curtivus è cortio, in italiano cortile, teza in italiano è soffitta ma non è soffitta in quanto la teza o tegia è nel contempo fienile o anche in parte deposito della legna da ardere, broilo non può essere giardino anche se in latino è sinonimo, broilo è un piccolo prato umido in prossimità delle case con dentro il più delle volte alcune piante da frutto. Già in un precedente nostro commento ai documenti abbiamo messo in evidenza quanto il latino del tardo medio evo utilizzato sia importante per collocare in un contesto linguistico la nostra parlata.

La lettura di questi documenti offre innumerevoli curiosità, campi di indagine, motivi di approfondimento e di correlazione con altri scritti che lasciamo a voi scoprire.

Oss Papot Lucia e Grisenti Luciano

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